Quaderni di LEA – Scrittori e Scritture d'Oriente e d'Occidente è una Serie speciale di supplementi a LEA – Lingue e Letterature d'Oriente e d'Occidente, limitata ad un massimo di due pubblicazioni annuali. I Quaderni accolgono approfondimenti coerenti con argomenti e tematiche definite nel Call for Papers di LEA, o contributi in linea con gli interessi di ricerca sviluppati nell'ambito del Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università di Firenze. Le proposte sono presentate nel mese di novembre di ogni anno e inviate a <lea@forlilpsi.unifi.it>.
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The special series of supplements Quaderni di LEA publishes a maximum of two issues a year. It is devoted to original insights into themes explored in the academic journal LEA (see the annual Call for Papers), or topics that are in line with the research interests of the Department of Education, Languages, Intercultures, Literatures and Psychology at the University of Florence. New proposals can be submitted each year in November at <lea@forlilpsi.unifi.it>.
LEA - Lingue e Letterature d'Oriente e d'Occidente. Serie speciale "Quaderni di LEA - Scrittori e Scritture d'Oriente e d'Occidente", 6
Translating Decadence, edited by Jane Desmarais and Bénédicte Coste
Building on the assumptions that decadence in all its complex nuances must be approached as a transnational phenomenon and may help us rethink translation, this volume charts new territories and proposes fresh understandings of translation. Icelandic poetry and a Japanese novel rub shoulders with Latvian translations of Oscar Wilde’s The Picture of Dorian Gray, and early twentieth-century translations of Baudelaire by Cyril Scott, who also put some of Ernest Dowson’s verse into song. Strindberg’s Sensations détraquées, one of the few texts he wrote in French, and G.B. Shaw’s recent translation of Widowers' Houses into Italian display the multiple manners of the reception of decadence in different countries and different periods, from the late 19th century to contemporary times, as well as the flexibility of translation no longer envisaged as mere linguistic equivalence. On the contrary, translation appears as a mode of reception, attentive to cultural geographies and historical transformations, as a manner of practicing intermediality, or as a creative activity, sometimes dangerously close to appropriation and rewriting therefore raising ethical questions. With its focus on hitherto neglected areas and artists and its insistence on the centrality of translation, this volume is a timely addition to the now well-established field of decadence studies.
Jane Desmarais is Professor of English and Director of the Decadence Research Centre in the Department of English and Creative Writing at Goldsmiths, University of London. She is Editor-in-Chief of
Volupté, an online open-access interdisciplinary journal of decadence studies, founder and Chair of the British Association of Decadence Studies, and core member of the Decadence and Translation Network. She has written numerous essays and has co-edited several works on the theme of decadence, including
Decadence: An Annotated Anthology (with Chris Baldick, 2012),
Arthur Symons: Selected Early Poems (with Chris Baldick, 2017),
Decadence and the Senses (with Alice Condé, 2017),
Decadence and Literature(with David Weir, 2019) and
The Oxford Handbook of Decadence (with David Weir, 2021). Her monograph,
Monsters under Glass: A Cultural History of Hothouse Flowers, 1850 to the Present, was published by Reaktion in 2018, and and
Decadent Plays, 1890-1930, co-edited with Adam Alston, was published by Bloomsbury in 2024.
DOI: http://dx.doi.org/10.36253/LEA-1824-484x-6
LEA - Lingue e Letterature d'Oriente e d'Occidente. Serie speciale "Quaderni di LEA - Scrittori e Scritture d'Oriente e d'Occidente", 5
Francesco Algarotti, Sinopsi di una introduzione alla Nereidologia. Trattato filosofico, erudito, critico, a cura di Martina Romanelli
Stampata per la prima volta nel 1758 e rimasta a lungo ai margini degli interessi della critica, la Nereidologia, o trattato sulle Nereidi, è forse una delle opere più mature di Francesco Algarotti (Venezia, 1712 – Pisa, 1764). L’operetta nasce come un eccentrico manifesto editoriale e promette di risolvere un articolato dibattito che attaglia scrittori e studiosi, da Rollin a Voltaire al gruppo degli enciclopedisti: un pesante interrogativo sull’utilità della mitologia – materia apparentemente ornamentale, relitto di un passato oramai da ipotecare o, persino, feticcio estetico di poeti dai gusti piuttosto attardati. Dietro a una prosa quasi grottesca e dai contenuti spesso stravaganti, accumulati saccheggiando disordinatamente lingue e luoghi più o meno frequentati dell’arte o del sapere scientifico, Algarotti nasconde tuttavia un’analisi lucidissima del suo tempo, che non risparmia qualche censura persino agli esponenti di punta di quell’Illuminismo di cui condivide in pieno lo spirito innovatore. È così che la Nereidologia, disegnando il profilo rinnovato dell’intellettuale moderno, finisce per innalzare un inno alla bellezza e al valore autonomo, inscalfibile, della poesia. Con questa edizione, Martina Romanelli ricostruisce il contesto culturale, ideologico e pubblicistico che ruota attorno alla Nereidologia e ne segna anche la risonanza europea. Accompagnano il testo un commento e uno studio critico e filologico che attinge – caso pressoché unico nella filologia algarottiana – anche a una preziosa stesura autografa integrale dell’opera, la quale, assieme ad alcuni brogliacci preparatori, offre uno scorcio privilegiato sull’Algarotti autore.
Martina Romanelli è Dottore di Ricerca in Filologia, Letteratura italiana, Linguistica (curr. internazionale di Italianistica). I suoi interessi vertono principalmente sulla letteratura sette-ottocentesca e sulla teoria del linguaggio e della traduzione poetica in età moderna. Allo studio e all’edizione di opere e inediti di Francesco Algarotti ha dedicato le sue ricerche di dottorato e alcuni saggi su rivista – mentre è in c.d.s. l’edizione commentata del Saggio sopra la rima. Si è poi occupata di Giacomo Leopardi, con una monografia («Ancor che tristo / ha suoi diletti il vero». Una lettura di ‘Zibaldone’ 2999, Firenze, Sef, 2018) e con contributi in rivista e in volume; quindi, è autrice di saggi e schede enciclopediche su autori della terza generazione come Piero Bigongiari, Mario Luzi e Giuseppe Dessí.
ISBN 978-88-5518-331-4 (online)
DOI: https://doi.org/10.13128/lea-1824-484x-12961
LEA - Lingue e Letterature d'Oriente e d'Occidente. Serie speciale "Quaderni di LEA - Scrittori e Scritture d'Oriente e d'Occidente", 4
Oleksandra Rekut-Liberatore, Dai sogni dei malati di carta alla psico-oncologia. Un percorso commentato tra testi esemplari
Questo libro indaga le visioni notturne, finzionali e veridiche, di quanti si sono avvicinati alla malattia oncologica e mette a confronto i sogni dei personaggi cartacei con il mondo onirico di chi vive la sofferenza altrui, come nei testi criticamente inquadrati di Bassani, Maraini, Tabucchi, Marchesini e Peano. Accanto alle pagine di Grazia Deledda e Giani Stuparich, si trovano quelle dei malati che hanno affidato alla narrazione le loro visioni oniriche (Terzani, Rizzoli, Calabrese, Leri, Cevenini, Casati, Biasini, Cesari, Moscè, De Rienzo). Gli ultimi capitoli – dedicati a Laudadio, Boselli e Torre – approfondiscono il binomio tumore/sogno consegnandolo a una dimensione visiva.
Oleksandra Rekut-Liberatore ha insegnato Letterature comparate all’Università di Kiev. A Firenze ha conseguito la seconda laurea e il dottorato di ricerca in Letteratura e filologia italiana. Ha pubblicato Finzione e alterità dell’io: presenze nella scrittura femminile tra XX e XXI secolo, Metastasi cartacee. Intrecci tra neoplasia e letteratura (Premio “Città di Firenze”) e numerosi altri saggi.
ISBN 978-88-5518-058-0 (online)
DOI: https://doi.org/10.13128/lea-1824-484x-11785
LEA - Lingue e Letterature d'Oriente e d'Occidente. Serie speciale "Quaderni di LEA - Scrittori e Scritture d'Oriente e d'Occidente", 3
Marco Vanchetti, Anamorfosi. Viaggio sentimentale nell’opera di Julian Tuwim. Poeta polacco
Il lavoro racconta l'opera di uno dei maggiori poeti del '900 polacco (1894-1953). La traccia seguita è quella della "dannazione dell'outsider", la condanna all'estraneità (razziale, politica e anche, e radicalmente, filosofica e metafisica). I testi di Tuwim vengono proposti lungo un viaggio non sempre e non rigorosamente cronologico attraverso i sui capolavori e alcune opere "minori". Il taglio diacronico copre l’intera produzione del poeta, che spazia dal teatro satirico alla canzone, dalla poesia per bambini alla pubblicistica sui più vari argomenti, alla traduzione. Al testo, che ha qualche immodesta pretesa letteraria, si accompagna un apparato di note a cui è affidato tutto il supporto critico-letterario.
Parole chiave: Julian Tuwim, letteratura polacca, poesia polacca, alterità.
Marco Vanchetti si laurea in Lingua e letteratura polacca con Anton Maria Raffo (Firenze, 1986). È cultore di arte e letteratura, in particolare di quella polacca. Di Julian Tuwim ha pubblicato Il ballo all'Opera (Roma, Livello4, 2007, con un saggio introduttivo di Czesław Miłosz) e Tutti per tutti (Roma, L'Orecchio Acerbo, 2010), una scelta di poesie per bambini.
ISBN 978-88-6453-999-7 (online)
DOI: https://doi.org/10.13128/lea-1824-484x-11588
LEA - Lingue e Letterature d'Oriente e d'Occidente. Serie speciale "Quaderni di LEA - Scrittori e Scritture d'Oriente e d'Occidente", 2
Le “interazioni forti”. Per Luigi Meneghello, a cura di Diego Salvadori
Nel situare la figura di Luigi Meneghello tra più codici espressivi, Le “interazioni forti” attraversa l’opera dell’autore secondo piste di lettura inedite che illuminano una scrittura eslege e in fermento, in cui possiamo ancora leggerci e riconoscerci. Ne risulta un attento e sfaccettato ritratto critico dello scrittore di Malo, a sua volta arricchito dalla presentazione di materiali inediti, qui confluiti dalla Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, l’Archivio Licisco Magagnato di Verona e le collezioni private di Giuseppe Meneghello e Adriano Marchesini. Un volume a più voci, che nel raccogliere i contributi di sette studiosi propizia ulteriori sondaggi nel macrotesto dell’autore: dal rapporto tra parola e immagine (Luciano Zampese) alla narrazione quale tecnica fotografica (Luca Divitini); dalle prefigurazioni dell’Oltre (Ernestina Pellegrini), all’ipogeo filosofico (Valentina Fiume); dai bestiari di genere (Diego Salvadori) agli ipotesti sommersi (Anna Gallia); per approdare poi al Meneghello giornalista e al suo proposito di dare vita a una nuova testata (Luciano Zampese), sullo sfondo delle collaborazioni a La Stampa e al Corriere della sera (Tommaso Cheli).
Diego Salvadori, Dottore di Ricerca in Letterature Comparate, è Assegnista presso l’Università di Firenze. Si occupa di Letteratura e ambiente, Studi di genere e scritture dell’Io. A Luigi Meneghello ha dedicato le monografie Il giardino riflesso (FUP 2015) e Luigi Meneghello. La biosfera e il racconto (FUP 2017). È nelle redazioni delle riviste il Portolano e Symbolon.
ISBN 978-88-6453-851-8 (online)
DOI: https://doi.org/10.13128/LEA-1824-484x-24816
LEA - Lingue e Letterature d'Oriente e d'Occidente. Serie speciale "Quaderni di LEA - Scrittori e Scritture d'Oriente e d'Occidente", 1
Uta Treder, I dolori di Claudia Seeliger, traduzione di Carla Becagli
La protagonista di questo romanzo dice “io”, si confida con noi, ci conduce attraverso la sua rocambolesca vicenda tenendoci avvinti e costringendoci ad esserle complici. Più di una volta restiamo col fiato sospeso, ci sentiamo a tratti confusi e smarriti, scuotiamo la testa disapprovando le sue scelte avventate, ma non ce la sentiremmo mai di abbandonarla al suo destino. Troppo forte è la sua personalità, perfino laddove scopre il suo lato fragile, troppo coinvolgente la sua passione, troppo disarmante la sua intelligenza. Non c’è niente da fare: Claudia Seeliger ci tiene in pugno. Claudia Seeliger, o chi per lei, bisognerebbe dire… In questo romanzo poliziesco, psicologico, erotico, politico, interculturale e intertestuale, Uta Treder si rivela narratrice sapiente, colta, ma anche ironica e assai irriverente.
Uta Treder (Amburgo 1943-Firenze 2013) è stata professore ordinario di Storia della cultura tedesca a Firenze e di Letteratura tedesca a Trieste e a Perugia. Da germanista si è occupata di autori quali Goethe, Schiller, Hölderlin, Novalis, Heine, Droste-Hülshoff, Fontane, Keller, Lasker-Schüler, Kafka, Bachmann, Mayröcker. Il suo principale interesse ha riguardato la letteratura delle donne che sono state "dimenticate" dal Canone. Come autrice di narrativa ha pubblicato la raccolta di racconti Luna Aelion (München 1989) e i romanzi Die Alchemistin (Frankfurt a.M. 1993), Die Bäume von Babelsberg (Pfalzfeld 2005, audiolibro letto da Petra Pawel, 2007; anticipazione italiana in LEA, 1-2004), Der Schwarze König (Pfalzfeld 2007). È stata socia fondatrice della Società Italiana delle Letterate. I dolori di Claudia Seeliger è la prima traduzione italiana dell'opera narrativa di Uta Treder.
DOI: https://doi.org/10.13128/LEA-1824-484x-15309