Pubblicato 2014-12-18
Parole chiave
- Peter Stein,
- Oresteia,
- Schaubühne,
- Antikenproject
Come citare
Abstract
The massive, pragmatic and intellectual work by Peter Stein on the Oresteia of Aeschylus perfectly summarizes the German director’s conception of ‘classic’. This essay reviews the twenty-years period which started with the first experimental approach to ancient tragedy by the Schaubühne to the staging of the trilogy in Moscow in 1994. In his work, Stein investigates the origins of western theatre, compares the role of gestures and words at the dawn of theatre with that of the contemporary age, and then moves, in line with the evolution of the Aeschylus trilogy plot, to the study of the purely political connotation of the text. Precisely the post-soviet Russia represented the ideal setting where to reproduce the rite of dismissal of high hierarchies, whether of divine nature or not, and the affirmation of the new democratic system.
L’imponente lavoro pratico e intellettuale di Peter Stein sull’Orestea di Eschilo riassume in maniera esemplare il pensiero del regista tedesco riguardo all’idea di ‘classico’. Nel saggio si traccia il percorso lungo i vent’anni che vanno dal primo sperimentale approccio alla tragedia antica da parte del gruppo della Schaubühne fino alla messinscena moscovita della trilogia del 1994. Nel suo lavoro Stein riflette sulle origini del teatro in Occidente, sul ruolo del gesto e della parola agli albori del teatro e in epoca contemporanea, spostando poco a poco lo sguardo, in linea con l’evoluzione dell’intreccio della trilogia eschilea, sul significato prettamente politico del testo. Proprio la Russia postcomunista si qualifica allora luogo ideale in cui ripetere il rito di destituzione di ogni ordine superiore (ove il termine sia da intendere nel senso più lato, non solo divino) e affermazione del nuovo sistema democratico.