Published 2016-11-28
Keywords
- montagna,
- città,
- immaginario,
- ripopolamento
How to Cite
Abstract
La storia dei territori montani è sempre stata – ed è tuttora – dominata da immaginari che diventano realtà: fino dall’inizio della modernità, la montagna è stata percepita come un serbatoio naturale di natura e loisir per città in crescita inarrestabile; più tardi, queste città hanno largamente penetrato le montagne le quali, come semplici dépendances urbane, sono andate incontro a un ineluttabile destino di spopolamento e abbandono: si stima che, oggi, in tale stato versi oltre il 20% dell’intero territorio nazionale. Negli anni recenti si assiste, invece, a una radicale inversione di questa tendenza: ‘amenity migrants’, immigrati e persone in cerca di spazi disponibili per coltivare economie ‘verdi’ e solidali stanno lentamente ripopolando la montagna, sfatando i diffusi pregiudizi concernenti la sua marginalità: essa non è affatto una sorta di handicap congenito, ma una condizione storica legata alla mancanza di politiche centrate sui suoi peculiari stili e opportunità di sviluppo – che, ovviamente, variano da un caso all’altro. Questo mutamento nel nostro atteggiamento verso la montagna può aprire la strada ad una pluralità di scenari di integrazione fra essa e la città, in cui una redistribuzione più equilibrata di centralità spaziali, sociali, economiche e culturali può favorire lo strutturarsi di modelli di sviluppo alternativi alla scala territoriale.