Abstract
Le distorsioni ambientali e socio-economiche che affliggono gli habitat urbani di Constantine sono direttamente riconducibili ai modelli prevalenti nella progettazione architettonica e urbanistica, profondamente condizionati dal paradigma razionalista occidentale, definito a partire da bisogni e forze extra-locali e sotteso a priorità dettate dall’economia di mercato capitalistica. Questo modello di sviluppo, concepito ed articolato in termini di macro-funzioni spaziali, si sta ripercuotendo in maniera fortemente negativa sul sistema territoriale e socio-economico dell’area, causando un generale degrado paesaggistico ed ambientale e l’emergenza di nuove forme di povertà fra la popolazione neo-urbana, che rappresenta la gran parte della popolazione locale. La situazione rias-sunta sopra impone a pianificatori e decisori locali di prendere in rinnovata considerazione sia la re-sponsabilità sociale implicata dalle loro pratiche professionali, sia gli effetti prodotti dalla pianificazione sugli abitanti e sul territorio nella sua globalità, rendendo dunque evidente la necessità di assumere un serio impegno verso lo sviluppo di metodologie innovative e sostenibili di analisi e pianificazione urbanistica, flessibili e sensibili al contesto, basate su un approccio interdisciplinare e partecipativo e aperte ad una costante reinterpretazione a partire dalle pratiche socio-spaziali locali.