«L’odore del silenzio». La mostra Nuova Arte Italiana di Franco Albini e Franca Helg al Liljevalchs Konsthall di Stoccolma
Published 2025-11-10
Keywords
- Franco Albini,
- Franca Helg,
- Nuova Arte Italiana,
- Postwar Architecture,
- Exhibit Design
How to Cite
Copyright (c) 2025 Lorenzo Mingardi

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Abstract
Per la mostra Nuova Arte Italiana, organizzata alla Liljevalchs Konsthall di Stoccolma nel 1953, Franco Albini e Franca Helg progettano un allestimento caratterizzato da elementi di tarlatana bianca, rosa e verde. «L’allestimento si è limitato a sistemare dei velari che diffondevano più uniformemente la luce e addobbavano un po’ le sale», scrive Franco Albini a proposito del progetto. Così i visitatori si muovono in uno spazio rarefatto in cui Albini e Helg sfruttano gli ambienti preesistenti, disegnati da Carl Bergsten nel 1916 costruendo una dimensione più raccolta della monumentale sala a doppia altezza dell’edificio. Attraverso documenti inediti custoditi presso la Fondazione Albini di Milano, il contributo intende approfondire quanto, grazie all’espediente di sospendere la serie di teli al di sotto dell’altezza dei lucernari, i progettisti siano riusciti ad ottenere degli spazi sensibilmente più intimi, avvolti da una luce filtrata.
For the New Italian Art exhibition, held at the Liljevalchs Konsthall in Stockholm in 1953, Franco Albini and Franca Helg designed a display characterised by the use of white, pink, and green tarlatan elements. “The design was limited to installing some veils that diffused the light more evenly and decorated the rooms a little”, wrote Franco Albini about the project. In this way, visitors move within a rarefied space, where Albini and Helg, taking advantage of the existing rooms designed by Carl Bergsten in 1916, create a more intimate dimension within the building’s monumental double-height hall. Through the consultation of unpublished documents preserved at the Albini Foundation in Milan, this paper aims to explore how, by suspending a series of curtains below the height of the skylights, the designers were able to create much more intimate spaces, enveloped in a soft, filtered light.