1. Il progetto «Biblioteche filosofiche private in eta
moderna» (http://picus.sns.it/biblioteche_dei_filosofi/) è il risultato di un'iniziativa di un gruppo di
ricerca della Scuola Normale di Pisa, in collaborazione con I'Universita di Cagliari, volta a mettere a disposizione degli studiosi una banca-dati online formata
da cataloghi ed inventari di biblioteche raccolti nel corso degli ultimi quattro secoli. I
cataloghi saranno consultabili in Formato PDF o come link a cataloghi informatizzati gia esistenti. Si tratta di
documenti di diverso genere: i cataloghi d'asta che attestano la messa in vendita, a partire dal Seicento, di singole raccolte di libri
e manoscritti; gli inventari, generalmente compilati per ragioni di tipo piu propriamente amministrativo, in occasione di donazioni o lasciti
testamentari; i cataloghi bibliografici redatti dai possessori stessi, o per loro conto; gli schedari di biblioteche, composti per orientarsi nella consultazione
dei testi raccolti. Rispetto ai cataloghi bibliografici veri e propri, redatti in maniera sistematica, i cataloghi di vendita hanno avuto destini e circolazione
ben diversi. Gli opuscoli stampati dai librai antiquari conoscono ben presto una straordinaria diffusione a partire dal XVI secolo, prima in Olanda, poi
nel resto d'Europa, finendo tuttavia per costituire una caotica e spesso impenetrabile ‘selva oscura’, poichè di
tali cataloghi, a vendita effettuata, spesso si perdeva del tutto memoria. Gia Leibniz a suo tempo si serviva di simili testi come veri e propri repertori bibliografici.
La ricerca si estende tendenzialmente anche a fonti meno consuete, come i regesti e gli inventari delle biblioteche generaliste o come i livres de raison, o
‘libri di famiglia’, che sono ad un tempo registri domestici e raccolte di varie testimonianze.
L'indagine intorno alla letteratura filosofica presente nelle biblioteche private di filosofi, scienziati ed eruditi in età moderna permette di
inserirsi in un campo di ricerche a lungo trascurato, oggi tuttavia oggetto di sempre maggiore interesse, come mostrano tra l'altro le recenti pubblicazioni
di importanti biblioteche: a titolo esemplificativo, quelle di Schelling e di Nietzsche. Il materiale raccolto potrà essere
utilizzato non solo ai fini della ricostruzione di una storia ‘materiale’ delle istituzioni, rna anche sotto un'angolatura piu ampia, concernente il
profilo culturale di singoli autori o di interi periodi di storia intellettuale. Si tratta di materiali e documenti tra loro assai diversi, che attestano
la circolazione libraria e permettono di ricostruire 1’ ‘officina’ del filosofo o dell'erudito, rendendo piu agevole sia
un'indagine approfondita sulle fonti di un singolo testo, sia l'individuazione dei percorsi formativi di filosofi e scienziati, sia infine la messa a
fuoco delle opere piu rappresentative di un'epoca o di un dato ambiente: quello che e statè talora definito il «canone
letterario» di un'età o di un determinato spazio storico e geografico. Il progetto non intende tuttavia
privilegiare il momento della ‘biografia intellettuale’, ne proporre materiali di mera erudizione. L'intento e piuttosto quello di
estenderne l'uso per giungere a risultati che possano agevolare e arricchire ricerche di storiografia filosofica, tenendo conto della crescente rilevanza
assunta da indagini di ‘storia della cultura’ o dalle ricerche collegate alla History of ideas di
derivazione anglosassone, come pure alla Begriffsgeschichte di matrice tedesca.
2. La disponibilita dei cataloghi risulta particolarmente utile a chi intenda dar conto delle competenze e degli interessi di un autore; indagare la
circolazione e la fortuna dei suoi scritti, allargando l'analisi alle biblioteche delle generazioni successive; acquistare dimestichezza con la fisionomia
intellettuale di un’epoca; studiare la storia delle trasformazioni delle biblioteche private nel passaggio da un'epoca all'altra, fornendo cosl contributi
che rientrino in una sorta di ‘sociologia dei sistemi bibliotecari’; registrare i mutamenti che intervengono sul piano del
‘sistema dei saperi’, dei rapporti reciproci tra discipline diverse; seguire la circolazione di testi, o raccolte di testi, straordinariamente rari.
Conoscere le biblioteche private permette, in molti casi, di rettificare interpretazioni
ormai logore e di sottrarre un autore alla vulgata manualistica.
Scorrere l'indice della biblioteca di Dilthey, ad esempio, consente di chiarire l'ampiezza e l'articolazione di una riflessione filosofica assiduamente
impegnata, a dispetto della proclamata autonomia delle ‘scienze dello spirito’, a mantener vivo il dialogo con la scienza naturale
del tempo. E ancora, la biblioteca di Nietzsche rende testimonianza, attraverso la varietà dei testi raccolti e degli interessi
interdisciplinari documentati, di un modo di procedere fedele alla ‘pazienza del filologo’, estraneo al ‘culto della
genialita’ in tutte Ie sue forme, strettamente collegato all'evoluzione dei saperi positivi e delle piu
diverse discipline scientifiche.
Sul piano storiografico, assai tardi compaiono riflessioni significative sulla questione: quando sembra concludersi, a fine Ottocento, la stagione
della grande storiografia filosofica hegeliana e neokantiana. Nel 1889 Dilthey, intento a sottolineare «l'unita della storia della filosofia e della
storia della cultura», propone l'istituzione sistematica di «archivi
letterari», che raccolgano «piani, schizzi, progetti e lettere», ma anche i libri posseduti e annotati dai filosofi. L'esigenza fatta
valere da Dilthey sarà ripresa, nel primo Novecento, da altri studiosi: ad esempio, Gentile nella prefazione alla prima edizione della
Bibliografia bruniana di Virgilio Salvestrini (1926). Tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento si assiste
anche alla pubblicazione di alcuni cataloghi di biblioteche di grande prestigio: la biblioteca galieiana del Favaro del 1887, quella di Montaigne
ricostruita dal Villey nel 1908, quella di Pico proposta dalla Kibre nel1936.
3. La ‘lettura’ e lo studio dei fondi librari saranno ‘selettivi’, dato che i materiali catalogati sono spesso incompleti.
In via esemplificativa, attraverso il catalogo della biblioteca di Voltaire, è certo possibile ripercorrere percorsi cruciali della
filosofia moderna: dalla polemica anticartesiana di John Locke alla riflessione di Shaftesbury sulla morale e sul sentimento, all'antidogmatismo di John Toland, Samul
Clark ed Antony Collins, fino agli esiti scettici della filosofia di David Hume. Ma è necessario un costante vaglio critico di questa
documentazione bibliografica, poiche, in questo caso specifico, il grande interesse di Voltaire per l’opera di Newton non trova riscontro nel catalogo della
biblioteca, in cui i Principia mathematica non sono presenti.
La banca dati è aperta alla collaborazione di tutti gli studiosi che si riconoscano nelle finalità della ricerca ed un invito alla collaborazione
è esplicitamente formulato. Il successo dell’iiniziativa dipenderà infatti dal più ampio coinvolgimento di singoli
ricercatori e centri di ricerca, attraverso l’arricchimento dei materiali bibliografici e biblioteconomici.