1. L’archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede si compone
di tre grandi nuclei di documentazione facenti riferimento a tre istituzioni
differenti:
Il lavoro di schedatura ed inventariazione, che è partito nel 2000
all’interno di un progetto specifico del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e coordinato dalla Soprintendenza Archivistica del Lazio, si è
incentrato principalmente su due nuclei: l’archivio dell’Inquisizione
di Siena e la cosiddetta Stanza Storica. Con il termine di Stanza Storica si
intende un complesso di materiali assai eterogenei che, per una serie di cause
storiche contingenti, sono stati raccolti all’interno di un’unica
sezione dell’archivio. Ora, sebbene in genere sia stata lamentata la perdita
della serie dei processi inquisitoriali, per la maggior parte andati perduti
dopo l’esilio dell’archivio a Parigi, pochi si sono soffermati sullo
straordinario interesse dei materiali presenti all’interno della Stanza
Storica che costituisce non solo il vero centro culturale dell’Inquisizione
ma che getta una luce del tutto nuova e diversa sul metodo di funzionamento
e sugli orientamenti del Sant’Uffizio. Materiali la cui analisi storica
contribuirà a definire meglio il ritratto di un dicastero – come
quello del Sant’Uffizio – sul quale ha gravato una vera e propria
“leggenda nera” che ha condizionato l’avanzamento degli studi
e il metodo di approccio alle fonti documentarie.
Lo scopo di questo intervento, che non intende addentrarsi in singole tematiche
storiche, è piuttosto quello di dare alcune sommarie informazioni sul
metodo di lavoro seguito e sulle tecnologie adottate.
2. Tutta la schedatura è stata eseguita su formato elettronico e per
questo motivo è stato creato un software apposito, denominato Shades,
che tenesse conto di alcuni parametri e funzioni principali.
Il primo requisito fondamentale è stato quello del rispetto delle norme
archivistiche descrittive fissate dagli standard internazionali ISAD e ISAAR.
La scheda predisposta per il rilevamento dei dati è stata così
scomposta in specifiche aeree – ad es. segnatura, soggetto produttore,
contenuto, datazione, descrizione, consistenza, ecc. – e all’interno
di ogni area sono state inserite più opzioni. Ad esempio per la segnatura
si è presentata l’esigenza di annotare di singole unità
archivistiche non solo la segnatura corrente e quella provvisoria, ma anche
le antiche segnature che consentono oggi di conoscere, ad esempio quali pezzi
furono portati a Parigi dalle truppe napoleoniche – e in questo caso è
stato creato un campo in cui è stata riportata la segnatura della cosiddetta
“etichetta di Parigi” – o quali erano le singole serie originariamente
presenti nell’archivio. Infatti spesso sul dorso di alcuni volumi o buste
erano ben visibili antiche segnature della cancelleria o di altri uffici del
Sant’Uffizio. Inoltre poiché, specie per la Stanza Storica,
molti volumi furono il frutto del lavoro eseguito nel corso del XVIII secolo
che ‘creò’ alcune serie o volumi estrapolando singoli fascicoli
da altre serie o volumi, il recupero di queste singole antiche annotazioni potrà
essere uno strumento utile per lo storico al fine di ricostruire alcuni nuclei
archivistici originari che già è stato possibile individuare.
All’inizio del lavoro esisteva per la consultazione del fondo della Stanza
Storica solo un elenco di consistenza ordinato rispetto alla singole segnature.
Ogni singolo pezzo, perciò era descritto solo mediante una generica indicazione
del contenuto con l’annotazione degli estremi cronologici leggibili sul
dorso dell’unità archivistica.
Il lavoro di schedatura su questo fondo è stato così articolato:
Questi due punti meritano però una specifica trattazione.
3. All’interno dell’archivio del Sant’Uffizio, ed in modo
particolare nel fondo della Stanza Storica è stata riscontrata
una estrema eterogeneità di tipologie di materiali storico-documentari.
Infatti oltre le comuni tipologie archivistiche - lettere, minute, memorie,
relazioni, inventari, ecc.- furono allegati alle singole pratiche tutti i materiali
ritenuti utili per rendere esaustive le relazioni: dai disegni architettonici
ai cabrei, dalle incisioni ai disegni di particolari di dipinti o di affreschi,
dalle carte geografiche ai ritagli di giornali a stampa, e cimeli della più
eterogenea natura – dai sacchetti contenenti “erbe magiche”
alle medaglie. Questa eterogeneità di materiali ha quindi necessitato
della predisposizione di singole schede inventariali che, pur tenendo conto
delle norme archivistiche internazionali, rispettassero le specifiche esigenze
dei materiali. Ad esempio nel caso delle stampe e delle incisioni il campo relativo
all’autore doveva tener conto del principio della “autorialità
suddivisa”, secondo la quale ogni singola stampa può avere un autore
disegnatore, un autore inventore, un autore incisore e un autore stampatore.
Per far fronte a questa esigenza all’interno del software sono state create
delle maschere tipologiche utili a definire i campi essenziali ai fini di una
corretta inventariazione di questi materiali così anomali e diversi.
Stesso discorso per i materiali a stampa e per i manoscritti, presenti in misura
notevole in alcune particolari serie – ad esempio la Censura Librorum
oppure gli Originali per la stampa dell’Archivio di Siena.
Altro intervento di notevole complessità è stato quello riguardante
l’indicizzazione delle singole unità descritte: volumi, fascicoli
o singole carte. Per le singole persone che sono state inserite nell’indice
è stato possibile utilizzare un “qualificatore” che definisse
il ruolo avuto da quel singolo personaggio all’interno della vicenda trattata
o la carica ricoperta (vescovo, cardinale, inquisitore locale, patentato, ecc.).
Ad esempio per la schedatura della serie dei Processi di Siena è
stato definito se la persona citata nell’indice fosse ad esempio l’imputato,
uno dei testimoni o l’accusatore. Inoltre è stato possibile interfacciare
al nome di una singola persona una scheda biografica e bibliografica di integrazione
e di corredo, utile alla consultazione. Un metodo analogo è stato seguito
per l’indice dei luoghi e dei soggetti.
Inoltre, a singole unità archivistiche è stata correlata una scheda
bibliografica nella quale sono riportate le citazioni degli studi effettuati
su quel singolo documento o volume. Anche in questo caso tutte le schede bibliografiche
sono state organizzate per poter confluire all’interno di una banca dati
correlata e consultabile in maniera indipendente che costituisce una sorta di
‘Biblioteca d’archivio virtuale’.
Nel complesso in questi anni di lavoro sono state sono state redatte più
di 26.000 schede su supporto informatico. Sono state schedate in maniera analitica:
2.500 unità (buste, registri, volumi, filze), 19.500 fascicoli, 980 manoscritti,
2.900 materiali a stampa, 230 materiali iconografici (disegni, incisioni). I
dati hanno formato un Indice di 23.500 persone, 2.500 luoghi, 1900 soggetti.