I . 1. Il miraggio della "risorsa"
9.
E indubbio che nella terminologia del web una delle parole
di maggior successo e diffusione è risorsa. Il web
si presenta come una fonte inesauribile di risorse; e la loro ricchezza
appare tanto più affascinante quanto più i mezzi di comunicazione di
massa ci dicono che laccesso alla rete è la chiave di tutto,
del successo negli affari come del superamento dei problemi della vita
relazionale, di nuove dimensioni del lavoro come di nuovi e meno noiosi
modi di fare e comunicare cultura; basta aprire la porta, immettersi
nella rete percorrendo uno qualsiasi dei sentieri tracciati nella
ragnatela, e disporsi a navigare: ed inevitabilmente a qualsiasi domanda
sarà trovata una risposta.
Limpressione
che dunque nella rete si trovi tutto, oltre che di
tutto, e che anche le esigenze specifiche di unutenza di
studio e di ricerca appartenenti allambito della storiografia
risultino già ampiamente soddisfatte, può ottenere certamente molte
giustificazioni; tuttavia, ad unosservazione più diretta, e meno
soggetta allinsistenza talora irritante dei mass media,
ciò non corrisponde pienamente alla realtà.
Che la crescita del numero delle risorse sia vertiginosa e difficilmente quantificabile è un fatto noto, e verificato anche per quanto riguarda lambito -apparentemente contenuto ed appartato- della storia. Il più recente ed accurato repertorio a stampa delle risorse per la storia disponibile nel web lo testimonia in maniera chiara[1]. Lindividuazione di Internet come quite simply the most revolutionary storehouse of human knowledge in history[2] è sufficientemente indicativa, da un lato, dellentusiasmo dei curatori di fronte ad un fenomeno straordinario di moltiplicazione e di diffusione dellinformazione storica; e, dallaltro, delle difficoltà di mettere ordine nel caos, di distinguere, di qualificare e quindi di orientare il potenziale utilizzatore. Cercare di realizzare efficacemente questo obiettivo è veramente come to sip water from a fire hose[3] -oggi assai più che nel 1996, anno della prima edizione della guida-; e nonostante limpegno ammirevole e la sistematicità con cui i redattori di History Highway hanno inteso assolvere a questo compito, essi stessi non possono evitare, alla fine, di rinviare al senso critico individuale, alla capacità di distinguere e verificare direttamente anche allinterno del repertorio di risorse selezionate -come, a maggiore ragione, per quanto riguarda tutte le risorse che possono non essere incluse in questa pur vastissima guida, ma che possono ciononostante offrire qualcosa di interessante e di utile-, come ultima e valida risorsa per muoversi con consapevolezza nellintrico del web.
10.
La moltiplicazione delle risorse a disposizione di ogni livello di curiosità
e di interesse storico consente sicuramente di vedere nel web
un territorio di esplorazione vastissimo; ma, al tempo stesso, la natura
eterogenea della nozione di risorsa, la sua estrema variabilità
in funzione della tipologia di chi cerca informazione in rete
e di chi la offre, la rendono particolarmente scivolosa e non agevolmente
utilizzabile con riferimento specifico agli studi storici.
Credo si possa
individuare entro questi termini il primo consistente versante di critica
e di scetticismo verso luso sistematico della rete per
la ricerca storica e, a maggior ragione, verso la sostituzione delle
tecniche tradizionali con le nuove tecniche suggerite dal web.
In altri termini, per lo studioso esperto nelle pratiche definite e
consolidate dalla tradizione, che porta con sé una precisa mappa mentale
degli strumenti disponibili per giungere allinformazione di cui
ha bisogno -e che trova nelluso di questa mappa la chiara identificazione
di un connotato peculiare del proprio mestiere- costituisce sicuramente
un motivo di insoddisfazione, e una sostanziale convinzione di perdere
tempo, la necessità di districarsi nel mare magnum di informazione
che gli viene offerta ad ogni possibile interrogazione di un motore
di ricerca generalista.
Dove la
rete promette di far guadagnare tempo, di accelerare i ritmi del
lavoro, in realtà si rivela fonte di frustrazione e di incertezza. È
esperienza comune, credo, quella di aver digitato un termine nella maschera
di ricerca di un motore e di aver ottenuto migliaia di risposte che
hanno in comune unicamente la presenza del termine che abbiamo chiesto
in qualche luogo della pagina o del sito esaminato, ma che per loggetto
specifico che ci interessa non danno alcun apporto significativo[4].
Anche la selezione
che è offerta dai miglioramenti più recenti introdotti nei motori di
ricerca generalisti per termini, che cercano di accorpare le richieste
più frequenti mediante segnalazioni, o folder, risultanti
da procedure automatiche di assimilazione tra rilevanza e frequenza,
non offrono dal punto di vista dei contenuti un aiuto particolarmente
efficace; e anche dal punto di vista della tipologia dei siti sono soggetti
a esiti fuorvianti. Credo che sia ormai a tutti noto che la digitazione
di una voce come storia nella maschera di interrogazione
di un motore generalista non abbia alcun senso, dato il volume incontrollabile
dei siti allinterno dei quali tale termine ha una qualche presenza.
Ma se mi illudo che laffinamento recente dei motori di ricerca
generalisti consenta di offrire, di questo volume di dati, un qualche
ordinamento gerarchico, che metta in primo piano, per esempio, le metarisorse
o gli indici, per poi scendere a livelli inferiori e minimi in termini
di rilevanza di contenuti, compio ancora un errore clamoroso, proprio
perché il termine (e non il contenuto, loggetto, che io attribuisco
al termine storia ) è presente in una variabile estrema
di interrogazioni, il cui accorpamento, puramente in termini di frequenza,
può portare a risultati aberranti.
11.
E un rischio che sul versante dei motori per termini risulta certamente
amplificato, ma che anche ricorrendo a motori generalisti tematici o
indicizzati[5] non è facile evitare;
e in questo caso subentra lulteriore difficoltà derivante dalla
necessità di affidarsi a criteri selettivi che si basano fondamentalmente
sulla segnalazione diretta da parte dellutenza del web
-evitando dunque lautomatismo integrale- ma che sono per questo
soggetti a variabili molto forti.
E pur
vero che lapprendimento delle caratteristiche e delle potenzialità
specifiche dei diversi motori di ricerca generalisti -sia sul versante
degli indici sistematici sia su quello della ricerca per termini, che
costituisce una delle prime esigenze primarie di alfabetizzazione per
luso consapevole della rete- consente di disciplinare e
di correggere molte di queste difficoltà. Ma se, dal punto di vista
di quellutenza abituata alle tecniche tradizionali di reperimento
delle informazioni a cui abbiamo fatto riferimento, alle difficoltà
di acquisire pratica ed esperienza nelluso della rete e
dei motori e di organizzare in archivi o elenchi di bookmark
le informazioni utili recuperate -operazione meno banale di quanto possa
apparire, che produce essa stessa rapidamente un eccesso di riferimenti
(propria della tentazione, indotta dalla navigazione in rete,
di non perdere o dimenticare nulla, data la difficoltà incontrata nel
recupero) e che impone continue revisioni e controlli perché gli indirizzi
del web, comè noto, non sono stabili e mutano di continuo-
aggiungiamo il fatto che il volume prevalente dellinformazione
che genericamente può essere definita di interesse storico è attualmente
costituita da compendi, riassunti, schede, informazioni spesso più agevolmente
recuperabili in una qualsiasi biblioteca, si può ben comprendere come
lo scetticismo sulle risorse di rete per la ricerca storica possa
emergere.
Si
tratta di considerazioni che possono dunque portare a reazioni di insofferenza,
relativamente comuni in questa fase di sviluppo del web nellambito
della comunità interessata in primo luogo alla ricerca e allo studio;
considerazioni che certamente non sono facilmente aggirabili o liquidabili,
che rinviano ad un problema reale nella gestione dellinformazione
in rete, ma per le quali si possono comunque individuare linee
di risposta convincenti, e già in parte rilevabili dalle esperienze
presenti in rete.
In realtà,
lidea che lindeterminatezza del web costituisca un
suo peccato dorigine ineliminabile; che la libertà un po
anarchica -che ha contrassegnato la natura della rete sin dagli
inizi e che costituisce certamente una valenza che non deve essere mortificata-
sia inevitabilmente e irrimediabilmente in contraddizione con criteri
dordine, di selezione e di riconoscimento; e che non sia possibile,
infine, distinguere con chiarezza la qualità, la rilevanza scientifica,
linnovazione, dalla ripetizione o addirittura dalla falsità, non
ha giustificazioni fondate.
Se è infatti
vero che la possibilità che il web offre a ciascuno di essere
autore ed editore consente anche -per le caratteristiche proprie del
linguaggio di comunicazione riconosciuto dalla rete- di qualificare
i contenuti del proprio elaborato, della più diversa natura, con segnalatori
(meta-names) tramite i quali si intende richiamare lattenzione,
essere considerati, esseri visti, dai motori di ricerca e dalla comunità
della rete nella sua estensione massima, ciò non significa che
da questo rischio non ci si possa cautelare, esaltando piuttosto quella
dimensione della libertà nellaccesso allinformazione che
consiste nellavere le condizioni di scegliere e nel proteggersi
dallinganno o dal richiamo verso oggetti indesiderati.
12. Proprio
alluscita dalla genericità e dallindeterminatezza delle
risorse, assai poco disciplinabile dai motori di ricerca
generalisti; e ad una sorta di autolimitazione della libertà assoluta,
al fine di ottenere una maggiore garanzia per il conseguimento efficace
di risultati, ci si sta movendo in molte direzioni, anche sul versante
delle discipline umanistiche e storiche.
La presenza
di cataloghi di risorse tematici e di motori di ricerca più specialistici
-che rinunciano allidea di filtrare lintero web e
si limitano a cercare allinterno di un circuito preliminarmente
selezionato di siti e di pagine, accettando il rischio di unesclusione
ingiusta, ma consentendo di offrire indicazioni più qualificate e pertinenti-
offre , come vedremo, possibili alternative e risposte valide al disordine,
alla ridondanza e alleccesso di informazione; ed è auspicabile
che dal perfezionamento e dallo sviluppo di queste esperienze si giunga
a soluzioni sempre più efficaci e convincenti.
Lo sviluppo
delle discussioni sui criteri di valutazione delle risorse presenti
sul web è un indice significativo di questo orientamento, e della
volontà di pervenire a criteri uniformi di valutazione delle risorse
mediante procedure di rating e di classificazione basate in primo
luogo sulla qualità e la serietà delle stesse[6].
Questa operazione è il risultato di una volontà e di una decisione -in
ultima analisi di unautorità-, ma soprattutto di un impegno collettivo
in cui un ruolo decisivo sarà svolto, accanto agli appartenenti ai diversi
ambiti disciplinari e ai tecnici informatici, dai nuovi bibliotecari
del web; ad essi spetta il ruolo importante e delicato -e come
tale soggetto a nuove forme di specializzazione e di qualificazione
professionale rispetto alla formazione tradizionale del bibliotecario-
di organizzatori e comunicatori di un patrimonio documentario che non
è più racchiuso tra le mura di un edificio, ma che è esteso allintera
rete ed è in continua crescita.
La messa a
punto di procedure di valutazione coerenti risulta fondamentale per
elaborare decisioni relative soprattutto allacquisizione di risorse
da parte di istituzioni bibliotecarie; ma risulta essenziale anche per
produrre guide o portali la cui presenza, per ogni tipologia di utenza
della rete non necessariamente ed esclusivamente vincolata a
specifici ambiti disciplinari, è sempre più percepita come via duscita
dal rumore informativo; che ciò significhi lavvio di un disciplinamento
della rete inteso come sacrificio delle sue potenzialità liberatorie,
ed in ultima analisi laffermazione di nuovi criteri di controllo,
può essere oggetto di discussione; ma non credo debba essere inteso
in chiave unilateralmente pessimistica.
Definire criteri
uniformi di rilevanza, che abbiano come primo elemento il contenuto
scientifico; e tradurre questi criteri in strumenti di orientamento,
distinti per ambiti disciplinari, interessi, metodologie differenti,
ma uniti dallaccettazione di alcuni criteri universalmente riconosciuti
-il rispetto delle fonti e la verificabilità, in primo luogo-, costituisce
uno degli obiettivi primari della fase attuale di sviluppo delle risorse
di rete per gli storici. Un obiettivo non ancora pienamente realizzato
ma già chiaramente individuato e che in parte già risulta tradotto in
strumenti utili ed affidabili.
13.
E già possibile infatti trovare esempi concreti di strumenti che,
per ambiti specifici di interesse, consentono di muoversi tra le risorse
presenti nel web con una sufficiente consapevolezza di non essere
destinati a smarrirsi o ad annegare nelleterogeneità e, in ultima
analisi, di non incorrere in perdite di tempo eccessive. E probabilmente
proprio a causa della natura della rete, e più in generale di
un eccesso di aspettative in termini di rapidità ed efficacia che lambito
umanistico tradizionale tende a riporre nella tecnologia e nelluso
delle macchine -in virtù di una separazione di linguaggi e di pratiche
che si è mantenuta forte al di là di settori e di ambiti di ricerca
specifici- che si è sviluppata lopinione secondo la quale unora
di tempo dedicata alla ricerca in rete costituisca un dispendio
di energie eccessivo rispetto a quanto si possa ottenere ricorrendo
a strumenti cartacei; dimenticando troppo facilmente, per esempio, quanto
maggiore sia il tempo da dedicare al reperimento di uninformazione
bibliografica con gli strumenti tradizionali, e come questa operazione
sia impossibile per chi non abbia facile accesso ad una biblioteca adeguatamente
fornita di strumenti di consultazione.
Il problema
non risiede tanto nei tempi, e nella necessità di unacquisizione
minima di esperienza nelluso dei computer e delle reti
-ancora assai meno diffusa di quanto si possa ritenere, e soprattutto
assai inegualmente distribuita nei diversi contesti nazionali e tra
centri e periferie degli stessi contesti-, quanto, contrariamente allillusione
che nella rete si trovi tutto, nella quantità e nella qualità
oggettiva di informazioni rilevanti e attualmente disponibili sul web
per chi intenda utilizzarlo per lo studio e la ricerca storica.
E
comunque indispensabile insistere sul fatto che per rispondere alla
necessità di uscire dal caos dellindistinzione e dellinformazione
indifferenziata, soprattutto dal punto di vista qualitativo, non è possibile
ricorrere a soluzioni puramente informatiche. Non è possibile, almeno
allo stadio attuale della tecnologia -anche se levoluzione recente
ci insegna a non assumere posizione assolute neppure di fronte alle
possibilità che appaiono più remote- delegare totalmente ad un software
unoperazione che richiama energicamente il ruolo della comunità
scientifica. Il problema è allora di capire se e come una comunità scientifica
di storici che riconosca nella rete lo strumento essenziale della
propria attività e del proprio ruolo -ciò che non è ancora possibile
vedere affermato in termini generali - possa trovare le forme ed i modi
non per imporre un nuovo potere ma per far sentire efficacemente la
propria voce, che non solo è legittimata dalla propria identità scientifica,
ma è precisamente individuata come funzione sociale da parte della collettività.
14.Quella
funzione di disciplinamento, di riconoscimento, di valutazione e di
giudizio, che costituisce la natura di una comunità scientifica, e che
ha trovato nel tempo possibilità di manifestarsi mediante vari strumenti
-dallorganizzazione istituzionale dellinsegnamento e della
ricerca, alle riviste, al sistema regolativo delle pubblicazioni- deve
trovare modo di esprimersi in maniera efficace anche nel web;
ed esiste oggettivamente la possibilità che ciò avvenga, anche se con
modalità che determineranno esigenze di riconfigurazione e di adattamento
profonde. La strategia stessa che ha dettato la nascita di alcuni motori
di ricerca specialistici che possono dirsi già affermati sul web,
ci indica chiaramente come alla base della ricerca di soluzioni informatiche
adeguate allo scopo si ponga lesigenza prioritaria di riconoscersi
dal punto di vista dellappartenenza ad una comunità scientifica.
Ritengo che, da questo punto di vista, uno degli esperimenti più interessanti
condotti in questi ultimi anni sia quello proposto da un gruppo di lavoro
dellUniversità di Evansville. Le finalità che hanno determinato,
a partire dal 1995, lo sviluppo della ricerca presso lo Internet
Applications Laboratory di questa Università statunitense, e che
hanno portato alla realizzazione di un modello di motore di ricerca
ad area limitata[7], corrispondono
sostanzialmente alle esigenze e agli obiettivi di selezionamento e di
ordine che abbiamo sopra richiamato. Da questa ricerca sono derivati
dapprima Argos[8] -motore
di ricerca ad area limitata dedicato agli studi sul mondo antico e medievale-
e successivamente Hippias[9]
-motore di ricerca ad area limitata dedicato a gli studi di filosofia-.
Lidea
di base che ha portato allo sviluppo di queste applicazioni è stata
che la tecnologia attuale, ed in particolare luso di meta-tag,
non risultassero sufficienti per unefficace soluzione del problema
del controllo della qualità delle risorse presenti sul web; un
problema particolarmente rilevante soprattutto per tutto quel versante
di navigatori del web che non corrispondono necessariamente alla
comunità degli studiosi o degli specialisti, e che possono quindi essere
indotti in confusioni e fraintendimenti in merito allaffidabilità
delle risorse recuperate tramite motori di ricerca generalisti.
15.
Le difficoltà di unaffermazione diffusa di standard riconosciuti
e condivisi sulluso dei meta-tag[10]
-alla quale lo sviluppo di nuovi linguaggi di marcatura orientati ai
contenuti, come XML, potrà apportare un considerevole contributo- ,
ha determinato un serio problema di quality-control che è stato
giustamente inteso come non facilmente superabile. La possibile soluzione
è stata allora vista nella costituzione di una comunità di soggetti
affiliati, caratterizzati essenzialmente dalla qualificazione universitaria
e dal fatto di gestire le proprie risorse su server istituzionali,
e dallelaborazione di un software di ricerca che operasse esclusivamente
su questi siti e sui link presenti nelle guide alle risorse
o nelle liste di indirizzi utili incluse in questi siti,
con alcune esclusioni automatiche quali le pagine personali o i motori
di ricerca generalisti (che riproporrebbero inevitabilmente il problema
che si intende risolvere).
Una soluzione,
in altri termini, che ha inteso unire una limitazione dal punto di vista
informatico -la ricerca, da parte di un motore, soltanto su un numero
circoscritto di siti- ad una selezione di carattere scientifico, basata
sullaccreditamento di alcune risorse e sullattribuzione
ai siti affiliati -la cui adesione è il risultato di una valutazione
e di una selezione- di una responsabilità diretta nella selezione dei
siti sui quali il limited area search engine (LASE) verrà
ad operare; ciò significa che se il link ad un sito presente
in una lista di risorse inclusa in uno dei siti affiliati decade, perché
tale sito si dimostra incapace di mantenere uno standard accettabile
di qualità, e viene pertanto eliminato dalla lista stessa, anche il
motore di Argos e di Hippias cesseranno di vederlo.
Una soluzione intelligente, non particolarmente complicata o impegnativa
nella gestione, che certamente riduce fortemente il rumore informativo
difficilmente eliminabile dai motori generalisti, sulla base di unesplicita
e dichiarata assunzione di responsabilità nella selezione delle risorse
e dellidea che la costituzione di una comunità omogenea di affiliati
offra sufficienti garanzie di ampiezza e di coerenza.
16.
In realtà queste aspettative non si sono rivelate pienamente corrispondenti
allesperienza realizzata. Come illustra puntualmente Anthony Beavers[11],
principale responsabile di questo progetto, proprio la difficoltà di
stabilire una chiara coerenza di intenti tra gli affiliati al progetto
ha continuato a produrre -sia pure in misura fortemente ridotta rispetto
ai motori generalisti- risultati disomogenei e in alcuni casi fuorvianti.
Se lidea della ricerca ad area limitata si confermava come una
soluzione ricca di potenzialità, il modello che intendeva seguire la
traccia del collegamento tra siti autonomi associati non si è rivelato
in ultima analisi pienamente soddisfacente.
Alla fine,
la totale gestione da parte di un solo soggetto, sul modello sviluppato
da Jurist: The Law Professors Network[12],
si è rivelata più interessante; e soprattutto da uno sviluppo di questa
esperienza è derivato il modello di Noesis[13].
Noesis è in realtà un progetto più ambizioso, e con valenze più
ricche ed articolate rispetto al solo problema dellordinamento
e della selezione delle risorse di rete per un particolare ambito
disciplinare; lambizione dei suoi curatori è infatti di costituire
un punto di riferimento organico per la comunicazione scientifica sul
web in ambito filosofico[14].
Per quanto riguarda il problema specifico del recupero di uninformazione
qualitativamente selezionata, quello che ci pare interessante sottolineare
è che con Noesis assistiamo ad unulteriore riduzione, o
addomesticamento, della tecnologia informatica a vantaggio di un primato
della responsabilità scientifica.
Quello che
prima era infatti lasciato ad un automatismo regolato da una pre-selezione
di soggetti autonomi, adesso si traduce in una enciclopedia di risorse
gestita da un unico soggetto, e da una catalogazione -secondo diverse
tipologie- che accentua ancora di più la decisione e lautorità
nella scelta e nellesclusione. La compilazione di questa catalogazione
e lutilizzazione di un motore di ricerca che andrà ad operare
unicamente allinterno delle risorse selezionate si presentano
dunque non tanto come lasettica applicazione di soluzioni informatiche,
ma come autentica e responsabile operazione critica che lutente
deve riconoscere come tale, utilizzandone consapevolmente i risultati,
nella convinzione che nelle risposte offerte dal sistema non troverà
tutto quello che è possibile trovare in rete ma che quello che
troverà risulterà corrispondente ad uno standard qualitativo
riconosciuto dalla comunità scientifica.
Le potenzialità
di questa soluzione, che, come accennato, mira a costituire un punto
di riferimento accreditato per la comunicazione in ambito filosofico,
sono numerose e suscettibili di sviluppo e di perfezionamento[15];
ma laccentuazione della responsabilità scientifica sullautomatismo
della ricerca ai fini del recupero di informazione utile ci pare un
dato generale la cui importanza merita di essere rilevata.
17.
Si può facilmente obiettare quanto sia difficile riprodurre questo tipo
di esperienza per lambito complessivo delle discipline storiche.
Ciononostante, anche da questo punto di vista significative esperienze,
che si offrono come utili strumenti di orientamento e di selezione,
sono presenti sul web, e ritengo che lesempio più significativo,
da questo punto di vista, sia il WWW-Virtual Library History Index
Network[16]. Le strategie,
le finalità e larticolazione operativa di questo repertorio sono
sensibilmente diverse rispetto ai criteri fortemente selettivi che abbiamo
sopra richiamato a proposito dei motori di ricerca specialistici, e
rispondono ad unesigenza che intende da un lato proporre criteri
di ordine nel web, ma dallaltro mantenere una forte connotazione
democratica ed aperta. Esigenza sentita immediatamente, sin dalle origini
del web, da uno dei suoi principali creatori, Tim Berners-Lee,
a cui si deve appunto lidea e la realizzazione della Virtual
Library[17], il più antico
progetto di catalogazione e selezione delle risorse sul web,
nellambito del quale proprio la sezione storica è stata tra le
prime, nel 1993, ad avere una propria importante collocazione[18].
La strategia di WWW-VL History (come dellintera VL)
si basa sulliniziativa volontaria e sul coordinamento, regolato
dal comitato responsabile del programma, di autonomi progetti di repertoriazione
di risorse utili[19]; un autentico
network internazionale di indici, dunque, volto ad integrare
e coordinare il lavoro di molti gestori di repertori e di gateway
di risorse per gli studi storici, sulla base della definizione di uno
standard comune di qualità e di serietà.
La natura
al tempo stesso democratica e federativa delliniziativa -ciascun
membro del network ha eguale autorità nella definizione dei criteri
e nella loro discussione-, è quanto garantisce la sua ampiezza e la
sua espandibilità. Larticolazione del catalogo centrale del network,
situato presso lUniversità del Kansas, prevede la possibilità
di accedere a sezioni relative ai contesti nazionali, ai periodi storici,
ai soggetti, ed un motore di ricerca che lavora sul complesso dei siti
presenti nel network consente unampia possibilità di risposta,
che evita leccesso di rumore dei motori generalisti, per gli utenti
della rete.
18.
Una maggiore possibilità di accesso allinformazione dunque, rispetto
ai criteri selettivi dei motori settoriali e specialistici che abbiamo
citato, ma anche un maggior rischio di eterogeneità, di ripetizione,
di eccesso di risposte insoddisfacenti per una domanda volta in primo
luogo alla ricerca. Un rischio evidentemente percepito dai curatori
del sistema, quando richiamano che i maintainers should attempt
to establish standards of coverage and selectivity that will make their
sites effective tools for practicing historians wishing to work on-line[20],
ma evidentemente non risolto, e forse non risolvibile, in termini convincenti.
Se anche i responsabili di Argos e Hippias ricordano come,
nonostante tutti i criteri e le regole di selettività proposti, fosse
difficile stabilire argini e limitazioni al motore di ricerca di fronte
a link interni o nascosti presenti anche nei siti più seri appartenenti
al circuito associato[21], possiamo
ben immaginare quale margine di indeterminatezza e di eterogeneità possa
essere proprio di un motore che opera sul complesso dei siti raggiungibili
tramite i repertori confederati del network. Le raccomandazioni
al buon senso scientifico, alladeguamento rispetto agli standard
qualitativi propri delle diverse aree di competenza, allimportanza
del fatto che la uniform excellence[22]
costituisce elemento fondamentale della reputazione del progetto e condizione
essenziale per il riconoscimento dello stesso come strumento qualitativamente
utile alla comunità degli storici -e in ultima analisi per unaffermazione
autentica del web nel mondo della ricerca-, rischiano di non
produrre i risultati attesi proprio a motivo dellarticolazione
molto forte, delle variabili e delle diverse concezioni in merito alla
qualità e alla rilevanza delle risorse, che è propria della logica del
sistema.
Ciononostante,
se dobbiamo valutare lo stato attuale degli strumenti presenti sul web,
WWW-VL History si presenta come uno strumento essenziale ed una
mappa fondamentale che consente, anche agli utenti non particolarmente
esperti nella ricerca in rete, di evitare i disturbanti effetti
dei motori generalisti.
Due strategie
diverse, dunque, due possibili vie di sviluppo per lordinamento
delle risorse di rete -da un lato la via dellautonomia
regolata e della responsabilità allinterno di un organismo federativo,
dallaltro quello della forte selezione disciplinare e dellassunzione
diretta di unautorità di scelta- che offrono comunque possibilità
di orientamento efficaci, anche se in buona parte da sviluppare e potenziare,
e che consentono di eliminare molto del rumore informativo tipico della
rete[23].
19.
Ma se è possibile, con lo sviluppo ed il potenziamento di queste esperienze,
evitare le irritanti confusioni dei motori generalisti ed anche distinguere
tra i siti che offrono occasionali ed episodici riferimenti al tema
che ci interessa da quelli che ne fanno loggetto principale di
attenzione - eventualmente distinguendo allinterno di un sito
o di un portale quelle sezioni che possono essere identificate e qualificate
come risorse utili-, si può effettivamente giungere ad una reale valutazione
di qualità e di rilevanza di risorse proponibile come standard
alla comunità degli storici? E possibile in altri termini, una
volta identificata la specificità e la rilevanza di una risorsa e ricondotta
a criteri uniformi di catalogazione e di ordinamento fruibili dallutente
della rete, stabilire oggettivamente quali contenitori siano
più ricchi di informazioni rilevanti per uno storico e stabilire, in
ultima analisi, una gerarchia tra le risorse che possono
essere più o meno utili alla ricerca storica?
Questo interrogativo
rivela la possibilità di un sostanziale fraintendimento e di un possibile
errore di interpretazione sul rapporto tra potenzialità della rete
ed esigenze proprie dello studio e della ricerca storica, che è opportuno
cogliere. Dire che una risorsa è qualificabile per contenuto e serietà,
dire che questi elementi sono rilevabili ed utilizzabili per uscire
dallindistinzione e dal disordine, non significa affatto stabilire
una corrispondenza automatica tra un contenitore preordinato di informazioni
ed i possibili interrogativi che uno storico si pone.
Il problema
investe dunque complessivamente la nozione di risorsa per
la storia, il suo carattere intrinsecamente variabile, come si diceva,
e la sua natura fondamentalmente scivolosa e difficilmente definibile
in termini uniformi. Che cosè infatti una risorsa se non la possibilità
di dar risposta a quesiti ed esigenze interamente riconducibili al problema
che uno storico in un dato momento della sua attività si pone, e assai
difficilmente riducibili ad uno standard? Può essere dunque il
riferimento ad un documento presente in una biblioteca o in un archivio,
ma anche il riferimento ad un libro in commercio o ad un saggio pubblicato
su una rivista, recente o passata; oppure lindirizzo -fisico o
elettronico- di un centro di ricerca o di un collega che si ritiene
possano costituire riferimenti utili per il lavoro in corso; o infine
un documento testuale o un manoscritto, un filmato, unimmagine
digitalizzata, una registrazione, o, in anni più recenti, un intervento
presente in una mailing list o in un forum, e via dicendo.
A tutte queste
esigenze, separatamente considerate, la rete offre risposte molto
efficaci e destinate certamente ad ampliarsi e a potenziarsi in termini
qualitativi oltre che quantitativi nel corso dei prossimi anni; ma a
queste risorse non riesco ad accedere, o lo faccio con particolare difficoltà,
se digito nella maschera di accesso del motore di ricerca il termine
che corrisponde alloggetto del mio studio.
20.
Anche i motori specialistici o i cataloghi tematici non riescono ad
arrivare al riferimento bibliografico di un catalogo OPAC, per esempio,
per il quale ho bisogno di percorrere unaltra strada. E, al tempo
stesso, la risorsa che per me risulta essere importante, addirittura
decisiva, per un problema che intendo affrontare per portare qualche
contributo nuovo di conoscenza o di riflessione, non è affatto reperibile
ricercando, attraverso un motore di ricerca anche specialistico, le
risorse disponibili relative alloggetto, semplicemente e banalmente
perché la connessione tra problema e risorsa -e dunque la presenza di
meta-tag che segnalano i contenuti della pagina ai motori di
ricerca- non è presente; ed è normale ed ovvio che sia così, perché
questa connessione è esattamente laspetto, o uno degli aspetti
qualificanti della mia ricerca, la natura specifica del mio contributo.
Può sembrare una considerazione banale -che peraltro è la semplice registrazione
di unobiezione immediatamente avanzata da chi non ha esperienza
con il web- ma lidea che si possa giungere, per esempio,
digitando il nome di Voltaire nella maschera di interrogazione
di un motore di ricerca ad avere tutto quanto può essere utile ad una
mia ricerca su Voltaire, non ha alcun fondamento, ed oltre a rivelare
la natura illusoria dellimmagine di un mondo a portata di
mouse, come si accennava -che è ancora ben lontana dal
costituire la realtà- , mette in luce un errore metodologico che la
rete può contribuire ad amplificare.
Le risorse
(o fonti, nel linguaggio più tradizionale degli storici)[24]
non sono quello che risulta racchiuso in un contenitore prestabilito
e preordinato, fisico o virtuale, ma ciò che uno storico individua come
tale in relazione ad un problema. Se la rete amplifica il contenitore
ed aumenta straordinariamente, e inesorabilmente, la quantità delle
risorse e la loro eterogenea qualità, esalta al tempo stesso la necessità
della definizione e della chiarezza nella formulazione dei problemi,
al fine di evitare la tentazione di affidare allautomatismo e
al flusso inerziale della comunicazione e della fruibilità delle risorse
la generazione dei problemi stessi. Accettando questa seconda strada
-che certamente può essere accettata, che può essere subita, ma che
non è imposta e non costituisce necessariamente lunica via percorribile-,
ed accettando lidea che le connessioni problematiche, le relazioni
logiche ed argomentative derivino inevitabilmente, per chi si affida
al web, dai marcatori introdotti allinterno delle stesse
pagine web, invece di ottenere unespansione dellorizzonte
problematico e conoscitivo, che è certamente una delle potenzialità
oggettive dellipertestualità del web, possiamo ricavare
la riproposizione, estremamente amplificata, dello stesso orizzonte
e degli stessi problemi, con effetti di ridondanza, di superfetazione
del volume discorsivo, di mancanza di originalità, di uniformazione
e di ripetitività particolarmente forti.
E neppure
è consentito dire che, se tutto questo è intrinsecamente nocivo allo
sviluppo di idee innovative e di ricerche originali, può invece essere
più favorevole ad un uso didattico, soprattutto a livelli inferiori,
delle risorse di rete, perché su questo, come vedremo più avanti,
si apre un nuovo e serio ordine di problemi, che richiedono risposte
convincenti.
Certamente
la molteplicità di informazioni determina suggestioni, produce stimoli
e interessi nuovi, consente -proprio in virtù della navigazione- di
vedere o cogliere rapporti, recepire indicazioni e strumenti di riflessione;
ma perché questo si traduca in materiale fertile per una storiografia
seriamente intesa occorre una consapevolezza chiara della natura -e
dei problemi nuovi che derivano dal passaggio dalla fisicità alla virtualità-
delle fonti che si offrono nel web, e del loro uso critico.
21.
Ci pare chiaro, ed è un punto sul quale torneremo, che indipendentemente
da una consapevolezza critica di fronte alle possibilità e ai materiali
che la rete ci offre, un reale arricchimento della cultura storica
sia assai meno automatico di quanto lespansione complessiva del
fenomeno Internet possa far ritenere, ed il rischio di una confusione
tra dilatazione del discorso sul passato e conoscenza critica
-che gli orientamenti dellapproccio post-modernista tendono a
favorire - sia reale.
Ciò che è
allora opportuno fare, per non confondere tra la libertà di movimento
-o la rapidità nellaccesso alle risorse consentita
dallipertestualità del web- e lautonomia critica
intesa come uso responsabile e consapevole di quello che la rete
offre, è superare la nozione di risorsa e la sua attrattiva
indeterminata, e disarticolarla in una pluralità di domande che corrispondono
a quello che in un determinato momento io individuo come problema di
conoscenza e di ricerca.
Assumendo
questo punto di partenza la rete si rivela veramente e pienamente
uno strumento straordinario, le cui potenzialità sono in parte già dispiegate,
in parte ancora no; e soprattutto un territorio di applicazione di soluzioni
nuove che alla maturazione di una coscienza critica intimamente collegata
alluso delle nuove tecnologie della comunicazione possono efficacemente
contribuire.
Più
precisamente, ciò che alla rete la comunità degli storici di
mestiere soprattutto domanda non sono vie di accesso a risorse genericamente
individuate come utili e interessanti per indagini o curiosità di tipo
storico, ma strumenti per individuare, con maggiore precisione rispetto
a quanto consentito dai metodi tradizionali, i documenti che
costituiscono la base del proprio lavoro, e se possibile (con un passaggio
ricco di implicazioni problematiche, come vedremo) di averne la riproduzione
o ledizione fruibile a distanza rispetto al luogo della loro presenza
materiale. Nel soddisfacimento di queste esigenze credo possano essere
individuate le aspettative ed i desideri della maggior parte degli storici
che assistono allevoluzione del web e che ritengono di
potersene avvalere efficacemente per le proprie ricerche; e nel modo
in cui queste aspettative possono trovare risposta nella realtà attuale
di Internet e nelle sue prospettive future, credo possa essere
individuata una parte rilevante dei problemi che riguardano il pieno
riconoscimento dellimportanza della rete per la comunità
degli storici.
Ma è anche
chiaro che per ottenere risposte convincenti a questo tipo di esigenze
primarie, non è possibile attendere passivamente i risultati di unevoluzione
inerziale della rete, e che il pieno coinvolgimento e la partecipazione
responsabile e diretta della comunità scientifica umanistica sono indispensabili;
esse debbono costituire un orientamento metodologico chiaro, rivolto
soprattutto alle nuove generazioni per le quali luso della
rete, anche per la ricerca, sarà sempre più un fatto normale.
[1] Vedi Trinkle et Merriman, 2000, p.25.
[2] Ibid., "Introduction", p.XIII.
[3] Ibid.
[4] La famiglia dei motori di ricerca è in continua espansione. Per poterne controllare l'evoluzione e per poterli utilizzare al meglio sono disponibili numerose liste, guide e repertori, tra cui: Search Engine Guide. The Guide to Search Engines, Portals and Directories,; The Spider's Apprentice. A Helpful Guide to Web Search Engines, < http://www.monash.com/spidap.html >; Search Engine Watch, < http://searchenginewatch.com/ >; Directory Guide, < http://www.directoryguide.com/ >; CEA/DIST Moteurs de recherche, < http://www-dist.cea.fr/ext/neuf/moteur/tabledesmatieres.html >; Guida completa ai motori di ricerca, < http://www.motoridiricerca.it/ >.
[5] Il più importante e celebre esempio di motore "tematico", che non è in realtà un vero e proprio motore di ricerca ma un indice di siti organizzato per categorie secondo una struttura ad albero, è certamente Yahoo!, < http://www.yahoo.com/ >.
[6] Per seguire la già vasta bibliografia sui criteri di valutazione delle risorse web, uno strumento particolarmente utile è il sito curato da A.Smith, Evaluation of information resources < http://www.vuw.ac.nz/~agsmith/evaln/evaln.htm >, che è parte del più vasto progetto, curato da T.M.Ciolek e I.M.Goltz, The Internet Guide to Construction of Quality Online Resources < http://www.ciolek.com/WWWVL-InfoQuality.html >. Per una guida alla valutazione delle risorse utili per gli storici, vedi The Internet for Historians, < http://www.humbul.ac.uk/vts/history/ >.Vedi anche, tra gli altri, Grassian, 1996; Smith, 1997; Harris, 1997; Auer, 1998; Tillman, 1998; Alexander and Tate, 1999.
[7] LASE è l'acronimo di Limited Area Search Engine.
[8] Argos, < http://argos.evansville.edu/ >.Collegata ad Argos è l'ottima Rassegna degli Strumenti Informatici per lo Studio dell'Antichità Classica Guida, curata da A.Cristofori < http://www.economia.unibo.it/dipartim/stoant/rassegna1/intro.html >.
[9] Hippias, < http://hippias.evansville.edu/ >.
[10] Il progetto più avanzato, a questo proposito, è la Dublin Core Metadata Initiative, < http://purl.oclc.org/dc/ >.
[11] Vedi Beavers, 1998.
[12] Jurist: The Law Professor's Network, a cura di Bernard Hibbit, < http://jurist.law.pitt.edu/ >.
[13] Noesis: Philosophical Research On-Line, < http://noesis.evansville.edu/ >.
[14] Vedi ibid., "Future plans".
[15] In Noesis, alla data di composizione di queste pagine, è prevista l'inclusione di Hippias e di un'altra importante selezione di risorse filosofiche, ossia la Guide to Philosophy on the Internet curata da Peter Suber, < http://www.earlham.edu/~peters/gpi/index.htm >.
[16] Vedi < http://www.ukans.edu/history/VL/ >.
[17] WWW-VL, < http://www.vlib.org/ >. George Manning è il responsabile della manutenzione del catalogo centrale.
[18] Per un breve presentazione di questa sezione del progetto WWW-VL, vedi < http://www.ukans.edu/history/VL/about/about.html>.
[19] Tra le sezioni europee risultano di particolare spessore quella tedesca, divisa a sua volta in diverse sezioni coordinate da S.Jenks, < http://www.phil.uni-erlangen.de/~p1ges/vl-dtld-e.html >, quella italiana, curata da S.Noiret, < http://www.iue.it/LIB/SISSCO/VL/hist-italy/Index.html >, quella francese, diretta da M.Dacos,< http://www.revues.org/vlib/ >, quella spagnola, curata da I. Lopez Martin < http://www.iue.it/LIB/SISSCO/references/eur-spain.html >.
[20] Ibid., "General Purpose".
[21] Vedi Beavers, 1998, "The Argos Model".
[22] Vedi < http://www.ukans.edu/history/VL/about/about.html >, "General Purpose".
[23] Un interessante esperimento recente, ancora in fase sperimetnale, di motore di ricerca specializzato nelle scienze umane enza recente tne, è ALEPH, < http://www.aleph.ens.fr/revues/index.html >, realizzato dai coordinatori del sito Revue.org, < http://www.revues.org/ >.
[24] E' stata proposto il termine di "metasource" per indicare "l'ensemble structuré des informations mises en formes et transmises à l'ordinateur et traitées par lui" (Genet, 1994, p.8).