Con l'apertura ufficiale di questo numero 1 di Cromohs si inaugura un'esperienza nuova nel quadro delle pubblicazioni periodiche di storia della cultura, risultato di un progetto concepito ed elaborato a partire dal giugno 1995 ed i cui contenuti originari possono essere letti in un'altra pagina di questa rivista. In questo arco di tempo le motivazioni che hanno determinato l'elaborazione del progetto si sono ulteriormente rafforzate, parallelamente ad uno sviluppo tecnologico che rende sempre piu' urgente l'adeguamento delle metodologie e delle tecniche di ricerca e di comunicazione in ambito umanistico.
Di una nuova rivista storica, in un panorama già particolarmente ricco e per certi aspetti sovraffollato - con seri problemi di controllo bibliografico della produzione scientifica in ogni settore - non ci sarebbe stata in effetti alcuna necessità reale, se pensiamo alle esigenze concrete dell'organizzazione e della comunicazione della ricerca, e soprattutto se facciamo riferimento a ciò che generalmente s'intende per natura specifica di una rivista: un volume rilegato, destinato ad una collocazione fisica specifica negli scaffali di una biblioteca pubblica o privata, con un costo di produzione ed un prezzo di copertina variabili - ma generalmente elevati -, con tempi di pubblicazione relativamente lunghi e con problemi di gestione e di distribuzione talvolta assai difficili da superare.
Rispetto a questa realtà che caratterizza, e spesso rende faticosa la consultazione bibliografica soprattutto in contesti culturali che non hanno strutture organizzative pienamenti rispondenti alle esigenze della ricerca e dello studio, le possibilità offerte dai recenti sviluppi delle reti di comunicazione telematica costituiscono un'occasione che non può essere perduta. Una rivista storica elettronica ed accessibile in internet offre possibilità enormemente superiori rispetto a qualsiasi forma di pubblicazione periodica cartacea, oltre a consentire una destinazione delle risorse certamente più utile all'avanzamento reale delle ricerche rispetto alle spese tradizionalmente imposte dalle produzioni cartacee. Ma è altrettanto certo che un'adeguata utilizzazione delle nuove metodologie della comunicazione impone di "pensare" alla rivista - ed al libro - in forme nuove e diverse rispetto alla realtà nella quale ci siamo formati e che costituisce ancora l'orizzonte comune del lavoro di ricerca e dello studio ; un'esigenza che non è affatto soddisfatta nel momento stesso in cui viene formulata, e che determina la necessità di una sperimentazione e di una verifica continua.
Si tratta di esigenze e di difficoltà - delle quali i responsabili di questa iniziativa sono ben consapevoli - che sono state affrontate cercando di acquisire una competenza tecnica certamente atipica rispetto al quadro consueto delle discipline umanistiche, ma nella convinzione che è seguendo questa strada, con tutte le difficoltà connesse, che è possibile porre le basi per un metodo nuovo tanto sul versante della ricerca quanto su quello della didattica delle discipline storiche. Un primo esempio tipico della necessità di pensare in termini nuovi l'idea di "rivista" si è presentato in relazione al problema della periodicità. Le stesse nozioni di "numero" e di "volume" rimandano immediatamente ad un oggetto fisico chiuso (e rilegato) la cui natura si presenta in chiaro contrasto con quella propria di internet. È stato pertanto quasi inevitabile pensare e progettare una forma diversa di pubblicazione periodica, la quale, pur presentandosi con scansioni temporali ben riconoscibili, non soffocasse le potenzialità - soprattutto sul piano dell'aggiornamento costante - proprie della rete. Ogni numero sarà pertanto legato non alla periodicità di tempi tipografici, che si impone per il prodotto cartaceo, ma al corso naturale dell'anno, risulterà "in crescita" progressiva, e sarà "chiuso" solo con il volgere dell'anno solare (il 31 dicembre di ogni anno) ; a quella data il numero della rivista non sarà più suscettibile di incremento o di modifiche e sarà depositato nell'Archivio annesso alla rivista e costantemente consultabile. È questa, ci pare, un'idea nuova di periodicità, che proponiamo all'attenzione di chi ha in corso o in progetto iniziative analoghe per una discussione e uno scambio di esperienze.
Un punto sul quale riteniamo sia importante richiamare l'attenzione degli studiosi e dei potenziali collaboratori futuri, è che, pur innovando nella forma, nel supporto fisico, nel carattere della periodicità e nel modo di distribuzione, Cromohs conserva al tempo stesso alcuni elementi propri delle pubblicazioni tradizionali. Dal punto di vista bibliografico essa possiede un proprio codice di identificazione ISSN ; da quello giuridico, la sua esistenza ed i contributi pubblicati sono tutelati a tutti gli effetti dalla registrazione legale della testata, con la conseguenza che ogni utilizzazione dei suoi materiali che non sia preventivamente autorizzata deve intendersi illegittima, al pari di quanto avviene per qualsiasi altra forma di pubblicazione protetta da regolare registrazione; infine, dal punto di vista strettamente tecnico, l'intangibilità del contenuto dei materiali - saggi, recensioni, bibliografie, testi presenti nella Biblioteca - risulta personalmente garantita dai due editors, gli unici a possedere i codici di accesso che consentono la modifica dei testi.
Come già sottolineato nella presentazione del progetto e nell'Introduzione alla Biblioteca, i responsabili del progetto attribuiscono notevole importanza allo sviluppo della biblioteca elettronica di Cromohs, che è considerata una via decisiva per l'affermazione di un nuovo modo di concepire il rapporto con le fonti storiografiche e la loro fruizione, soprattutto in un contesto di ricerca e didattica universitaria. I primi testi che figurano nella Biblioteca - che è in piena fase di realizzazione secondo linee di sviluppo editoriale che l'avanzamento concreto del progetto renderà più chiare e definite - hanno anche lo scopo di costituire un esempio ed un "prototipo" di una collezione di testi che ci auguriamo possa crescere sensibilmente.
Riteniamo che questa parte del nostro lavoro possa assumere una grande importanza per tutti coloro che operano nel campo della ricerca storica e dell'insegnamento di discipline storiche all'interno dell'università ; e siamo convinti che il consenso dei fruitori di questa iniziativa non mancherà di ricompensare gli sforzi prodotti in questa direzione.
Un esperimento totalmente nuovo sarà infine costituito dai seminari telematici, che speriamo di poter attivare quanto prima; si tratta, ancora, di un esempio particolarmente rilevante del grande contributo che le risorse della rete telematica possono offrire al soddisfacimento delle esigenze di comunicazione e di dibattito scientifico, e al superamento delle difficoltà e dei costi altrimenti connessi allo spostamento fisico delle persone, consentendo l'effettuazione degli interventi di quegli studiosi la cui partecipazione - indipendentemente dalla rispettiva provenienza geografica - riteniamo importante per l'analisi di un determinato problema.
Il ricorso a forme ipotetiche e condizionali, con riferimento allo sviluppo futuro della rivista, è imposto da un dato essenziale, che in chiusura di questa presentazione desideriamo richiamare. La rivista Cromohs è stata realizzata, in toto, dai suoi responsabili editoriali e da un gruppo di giovani - laureandi, dottorandi, dottori di ricerca - che hanno dato un contributo essenziale alla realizzazione della sezione bibliografica (una delle sezioni della rivista che giudichiamo di particolare utilità) senza poter contare, sinora, su aiuti di alcun tipo. È certamente un motivo di orgoglio, ma non può evitare l'auspicio che verso questa o analoghe iniziativa possa presto rivolgersi un'attenzione adeguata da parte di chi è in grado di individuare e sostenere progetti ed applicazioni innovative sul piano della metodologia e della comunicazione scientifica, che consentirebbe la realizzazione di molte idee che intorno a questo progetto sono nate e che riteniamo potrebbero tradursi in un reale miglioramento delle condizioni della ricerca e della didattica umanistica.
Aprile 1996